domenica 12 giugno 2016

Almaty 12 Giugno - Good by Claudio

Domani Claudio torna in Italia . Il suo viaggio si ferma come previsto ad Almaty.
Queste è il suo racconto dell'esperienza vissuta e le fotografie che ha scelto .

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E cosi' il viaggio vede la sua fine!                                  Domattina assistero' alla partenza di Marco e Giacomo  -sicuramente con un po' di invidia per cio' che li attende, ma anche con tanto desiderio di "casa" e la mia parte del viaggio sara' esaurita... ma non del tutto. Da subito infatti non potro' fare a meno di unirmi ai tanti visitatori del blog per seguirli passo passo! 
E poi so che, nei mesi a venire,  il viaggio continuera' dentro di me, facendo riemergere mano a mano le molte e diverse sensazioni accumulate in questo mese cosi' intenso.                             Per me, biker "tardivo", tutto e' nato nello scorso autunno quando, dopo aver appreso del loro progetto "Mongolia" , ho buttato sul piatto qualche frase che suonava piu' o meno cos'  .."e se mi unissi a voi per un pezzo del tour?"                                     Avevo infatti letto nel passato due libri :" Il lago errante" e "Il grande gioco" (per non parlare del Milione di Marco Polo) che avevano reso questa parte di mondo una meta sognata per i suoi luoghi magici (la via della Seta, il Pamir) e contrastati.         Confesso che il timore di una risposta del tipo " lascia perdere, non fa per te" mi assediava!                            Invece quando a gennaio, su una seggiovia di Ischgl, Marco mi ha preso in disparte e con la sua franca diplomazia mi ha detto: "tecnicamente puoi farcela, ma sappi che saranno tappe dure e che indietro non si puo' tornare" e' scattata la molla che mi ha convinto, al motto " voglio, posso e devo farcela!".                                       E da qui sono iniziati i lunghi mesi di preparativi: l'acquisto di una nuova moto idonea all'impegno che mi aspettava, la lettura di ogni possibile notizia sui luoghi che avrei attraversato (la Poli travel non dorme mai!), la lotta interiore a mai confessata (e se non ce la faccio? Se li dovessi mettere nei guai rovinando il " loro" viaggio? Se qualche gruppo di fanatici si interessasse a questi tre presunti benestanti occidentali?)....                           In una parola sono stato preso dal "resfeber" (il battito irrequieto del viaggiatore prima che il viaggio inizi, un misto di ansia e aspettative).                    E invece eccomi qui a scrivere questo "diario" in un hotel di Almaty (la citta' delle mele) al termine di una avventura che e' andata a meraviglia!!!                               Va be' qualche curva non e' stata pennellata a dovere, ma il mio sporco lavoro penso di averlo fatto e torno in Italia con un bel carico di adrenalina da smaltire.                                 Devo, per tutto questo, ringraziare Giacomo e Marco per la loro solida e costante presenza al mio fianco (non e' forse questa la miglior prova di amicizia ? L'esserci sempre, se e quando serve).                                         So di essere stato da loro "scortato", alternativa presenza nel retrovisore dell'uno o nel mirino dell'altro.                    Qualche "appoggio" nella sabbia c'e' stato  (prima o poi imparero' a domarla) ma per il resto.. Uomo e mezzo salvi a destino, e felici.                     Cosa narrare di questo viaggio? Non tentero' di descrivere i luoghi, le parole non riuscirebbero a rendere fedelmente cio' che abbiamo vissuto , e nemmeno la visione delle mille fotografie e del video (tortura che cerchero' di evitare ad amici e parenti se non richiesto) .                              Solo immergendosi in questo incredibile mosaico si puo' andare oltre le immagini che ognuno ha potuto vedere sul blog o puo' trovare sulla rete.     E allora provo a buttar giu' qualche sensazione in ordine sparso.                                       LA GENTE:  dal Kazakstan in poi tutto cambia, prima  -fino alla Russia- in definitiva e'ancora Europa. Da li' in poi non sono solo i tratti somatici a cambiare, ma l'attitudine verso l'ospite: sguardi sempre aperti,interessati, e, soprattutto nei bimbi, festanti e sereni (almeno cosi' io li ho colti). Quando attraversando il Whakhan abbiamo accarezzato per chilometri il confine con l'Afganistan mi sono chiesto : ma se dall'altra parte del fiume coltivano  da sempre la stessa terra, respirano la stessa aria, bevono la stessa acqua e dormono sotto lo stesso cielo di questi pacifici e ospitali Tagiki... come  possono essere loro ( gli afgani) i" cattivi"? La risposta e' una e semplice: non lo sono !! e quindi finiamola una volta per tutte di sentirci i buoni assediati dai cattivi usurpatori di lavoro e donne.                                LUOGHI FLASH: il profumo di artemisia che mi entra nel casco nella steppa kazaka, l'imponenza del Registan a Samarkand, la lunare assenza del Pamir, il cielo stellato di Langar, il tumulto d'acqua del Panji river, l'entrata in Khiva deserta alle due di notte (ebbene si, mi ero perso i compagni di viaggio), i pastori e le loro mandrie e greggi nella salita da Lyangar al passo Ak-baital.                                          LE MANI: tratto accomunante della parte asiatica del viaggio sono state le mani! Quelle dei bambini festanti che salutano ad ogni passaggio e cercano " il cinque", quelle rugose delle donne (quanto duro lavoro per loro in questa parte di mondo), quelle che ti offrono il pane (di questo Marco ha gia' ben detto in uno dei suoi post) ,quelle dei vecchi che serrano fortemente le mie guardandoti negli occhi e scambiando cenni solo apparentemente incomprensibili (e' stato facile scoprire giorno dopo giorno un  linguaggio del volto che ci accomuna) ....e, in due struggenti momenti, la mia mano :                                           Il primo a Dushanbe quando un piccolo mendicante ha lungamente accarezzato la mia mano che gli aveva donato pochi danari, recitando una melanconica preghiera (o era un ringraziamento?) trapassandomi con occhi riconoscenti;                                -il secondo a Khorog al mattino quando un piccolo (poteva avere tre anni) dopo avermi assecondato facendosi fotografare mi ha dolcemente preso la mano e l'ha baciata in un gesto che forse gli e' stato insegnato sia da riservare agli anziani (deve avermi accomunato al suo nonno!).      GLI INCONTRI.                             Non si e' mai del tutto soli... capitano occasionali incroci di traiettorie con altri viaggiatori.  Ricordo: Alamed, il ragazzo israeliano partito in Aprile da Vienna da solo con una  moto 125cc cinese; Marion, la giovane francese in anno sabbatico che ha passato da sola Iran, Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan e che ora sa che continuerà' il suo viaggio...ma dove e fino a quando non sa; Marcel e la sua compagna, una copia di ciclisti olandesi che in 3 mesi pedaleranno per 3000 chilometri; Moreno e Alberto i due bikers italiani con i quali abbiamo condiviso due tappe della mitica Pamir highway;       i "simpatici" poliziotti kazaki che si sono prodigati ad alleggerire le nostre finanze; i doganieri uzbeki che ci hanno regalato una bella sosta di 5 ore a 40 gradi nel mezzo del nulla.           E infine, come d'obbligo, i ringraziamenti:                              -ai miei compagni di viaggio, Giacomo e Marco per tutto cio' che abbiamo vissuto assieme in questo mese;                                -al destino che mi ha regalato questa insopprimibile sete di nuovo e che mi ha fatto terminare il viaggio in salute e senza incidenti;                                            -agli amori e agli affetti che mi (ci) hanno seguito da lontano;    -ai "ragazzi" dell' Eagle Cross Adventure Team per le scorribande off-road preparatorie all'impresa;             -a Honda Motor che in cambio di qualche (!) Euro mi ha fornito il fido destriero per questo impegno.                                  UN AUGURIO a Marco e Giacomo: monoga (tanta) daroga (strada) karasho' (buona).!                  FINE.                                           P.s. Fara' piacere a qualcuno sapere che 400 km in media giornaliera per un mese sulla sella di una moto sono il miglior rimedio per il mal di schiena!!
































2 commenti:

  1. Fabulous story, Claudio! You did very well! Your trip comes to an end in Almaty but nice impressions, a piece and a small part of Central Asia will remain with you and support you on the way back home sweet home. This Holy month Ramadan, wishing you all the best! Allakh's blessings to Giacomo & Marco to make them & their Further safe trip! Ak Zhol Which means White Road (Good Trip)! Keep on Riding, Keep on moving your Souls with your two wheels!

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  2. Bravo, anzi: bravissimo!
    Come primo viaggio hai bruciato le tappe e oramai hai contratto quel virus che non ti lascerà mai più, quello del Viaggiatore!
    Andrea - Gitan

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