Giorno # 27 : Multan - Amristar 410 km - Km totali : 8393
Avevamo l'appuntamento con la scorta alle 7.30. Non si sono visti. Dopo il quarto d'ora accademico, ce la siamo svignata e velocemente abbiamo lasciato Multan, sapendo che ci avrebbero intercettati facilmente con i numerosi presidi lungo le strade. Invece tutto è andato liscio non li abbiamo più visti. Quindi abbiamo viaggiato in tuta tranquillità con ottime medie, fino a Lahore. Eravamo un po' preoccupati per l'attraversamento di questa città di oltre 11 milioni di persone, invece un buon sistema di tangenziali ci ha fatto evitare la città, compreso un tratto autostradale, chiuso alle moto, dove una pattuglia della polizia ci ha fatto passare impietosita dalle nostre richieste. E ne è valsa la pena perché arrivati alla frontiera alle 3 abbiamo scoperto che gli indiani avrebbero chiuso la frontiera alle 3 e mezza e non alle 5 come pensavamo. I pakistani sono stati velocissimi e siamo riusciti ad entrare in India 10 minuti prima che chiudessero. Infatti poco dopo il nostro passaggio un pesante cancello è stato chiuso. Gli indiani hanno impiegato quasi due ore a darci tutti i timbri necessari e hanno controllato minuziosamente le nostre moto. Per pranzo un gelato. Claudio dice che è dimagrito 5 chili. Non ne ha bisogno.
Nel tardo pomeriggio siamo ripartiti e in poco tempo abbiamo raggiunto Amritsar. Ottime strade, ma in città il solito traffico caotico. Sono comparsi i semafori, ma nessuno li rispetta. Sembra di essere in un gigantesco autoscontro. Per fortuna il nostro albergo non era in posizione centrale. In serata visita al tempio d'oro che è la principale attrazione di Amritsar. È un tempio Sikh e considerato dai sikh il tempio più sacro della loro religione (il loro "santo dei santi") e un luogo di pellegrinaggio in cui recarsi almeno una volta nella vita per pregare e offrire le proprie suppliche, oltre ad essere divenuto attualmente un'attrazione turistica di livello mondiale. Si entra solo a piedi scalzi e con il capo coperto.
Tantissima gente nelle strade e code lunghissime per entrare. Abbiamo desistito e abbiamo guardato il tempio da lontano anche perché faceva ancora caldo con molta umidità. Ottima cena in un buon ristorante dove abbiamo iniziato ad assaporare la cucina indiana e sopratutto birra a volontà.Evviva. Ritorno in hotel su un Tuc Tuc , l'Ape taxi , con una divertente corsa nel gigantesco autoscontro del traffico indiano.
Domani andremo a Nord a Yol, dove il padre di Marco è stato prigioniero per 6 anni durante la guerra. Lamps.
Multan - Amritsar : 399 km
Forza Italia
Centrale elettrica Pakistana
Incontri
India - Finalmente
E il cancello si è chiuso dietro di noi
Gli indiani controllano tutto
E vanno a cavallo
Amritsar: le mucche nelle strade
Verso il tempio d'oro
Esterno del tempio
Il tempio d'oro, sacro ai Sikh
Per entrare bisogna coprirsi il capo
Avevamo l'appuntamento con la scorta alle 7.30. Non si sono visti. Dopo il quarto d'ora accademico, ce la siamo svignata e velocemente abbiamo lasciato Multan, sapendo che ci avrebbero intercettati facilmente con i numerosi presidi lungo le strade. Invece tutto è andato liscio non li abbiamo più visti. Quindi abbiamo viaggiato in tuta tranquillità con ottime medie, fino a Lahore. Eravamo un po' preoccupati per l'attraversamento di questa città di oltre 11 milioni di persone, invece un buon sistema di tangenziali ci ha fatto evitare la città, compreso un tratto autostradale, chiuso alle moto, dove una pattuglia della polizia ci ha fatto passare impietosita dalle nostre richieste. E ne è valsa la pena perché arrivati alla frontiera alle 3 abbiamo scoperto che gli indiani avrebbero chiuso la frontiera alle 3 e mezza e non alle 5 come pensavamo. I pakistani sono stati velocissimi e siamo riusciti ad entrare in India 10 minuti prima che chiudessero. Infatti poco dopo il nostro passaggio un pesante cancello è stato chiuso. Gli indiani hanno impiegato quasi due ore a darci tutti i timbri necessari e hanno controllato minuziosamente le nostre moto. Per pranzo un gelato. Claudio dice che è dimagrito 5 chili. Non ne ha bisogno.
Nel tardo pomeriggio siamo ripartiti e in poco tempo abbiamo raggiunto Amritsar. Ottime strade, ma in città il solito traffico caotico. Sono comparsi i semafori, ma nessuno li rispetta. Sembra di essere in un gigantesco autoscontro. Per fortuna il nostro albergo non era in posizione centrale. In serata visita al tempio d'oro che è la principale attrazione di Amritsar. È un tempio Sikh e considerato dai sikh il tempio più sacro della loro religione (il loro "santo dei santi") e un luogo di pellegrinaggio in cui recarsi almeno una volta nella vita per pregare e offrire le proprie suppliche, oltre ad essere divenuto attualmente un'attrazione turistica di livello mondiale. Si entra solo a piedi scalzi e con il capo coperto.
Tantissima gente nelle strade e code lunghissime per entrare. Abbiamo desistito e abbiamo guardato il tempio da lontano anche perché faceva ancora caldo con molta umidità. Ottima cena in un buon ristorante dove abbiamo iniziato ad assaporare la cucina indiana e sopratutto birra a volontà.Evviva. Ritorno in hotel su un Tuc Tuc , l'Ape taxi , con una divertente corsa nel gigantesco autoscontro del traffico indiano.
Domani andremo a Nord a Yol, dove il padre di Marco è stato prigioniero per 6 anni durante la guerra. Lamps.
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