Giornata calda e afosa al nostro risveglio a Mandalay, con più di 30 gradi e umidità molto alta . In compenso ovunque tengono l'aria condizionata al massimo con sbalzi di temperatura non molto salutari; infatti Giancarlo si è beccato un bel raffreddore.
Lasciata Mandalay e il suo traffico caotico con migliaia di motorini, ci siamo diretti a Sud lungo un'autostrada abbastanza buona. Ogni tanto si paga un pedaggio anche su strade normali. Fuori Mandalay il traffico era inesistente solo qualche motorino e camion. Le auto sono abbastanza poche e non mancano carri trainati da buoi. La strada ha attraversato una campagna coltivata specialmente a mais e riso. Pochi trattori e molto lavoro manuale ovunque. Lungo la strada vi erano lavori di sistemazione del manto stradale, ma con grande stupore abbiamo visto che massicciata era posata con cesti di vimini portati da un nugolo di ragazze e l'asfalto caldo versato secchi. Lavoro decisamente duro con questo caldo.Lungo il percorso ci siamo fermati a visitare una Pagoda di recente costruzione che conteneva ben 500.000 piccoli Buddha. Non li abbiamo contati , ma erano tanti. Durante il viaggio abbiamo parlato con Gianni del referendum il quale ci ha illustrato con chiarezza le ragioni del si è del no. Continueremo la discussione nei prossimi giorni.
Pranzo in un piacevole ristorante lungo il fiume Irrawaddy, che è il fiume principale della Cambogia che dalle montagne del Nord scorre lento fino al mare . Si mangia abbastanza bene anche se non c'è molta varietà e si beve la birra Myanmar che non è male.
Abbiamo quindi raggiunto Bagan che fu la vecchia capitale di parecchi regni antichi in Birmania. Situata sulle rive del fiume Irrawaddy, ospita la più vasta e densa concentrazione di templi buddisti, pagode, stupa, e rovine del mondo, molte datate tra il XI e XII secolo.
Nel pomeriggio abbiamo quindi iniziato la visita di questo incredible sito, che contiene oltre 2200 pagode e ne abbiamo visitate due importanti e su una alta 61 metri siamo saliti fino in cima lungo una ripidissima scala, non certo agevole . Le pagode sono tutte in mattoni rossi e non sono ricoperte d'oro come altrove e per questo hanno un fascino particolare. Attorno alla Pagoda piccoli venditori insistenti ci hanno perseguitato a lungo . Paola ha ceduto acquistando il libro "Giorni in Birmania " di Orwell. Aperta la confezione ci siamo accorti che il libro ben rilegato non era altro che la fotocopia dell'originale. Grande inventiva. Al calar del sole ci siamo imbarcati e abbiamo navigato sul fiume Irrawaddy raggiungendo un isolotto dove avevano preparato la cena. Bello spettacolo il calare del sole sul fiume. Purtroppo dopo aver iniziato la cena siamo stati sorpresi da un forte temporale e nostro malgrado siamo stati costretti a rientrare di corsa in albergo. Pazienza. Domani continueremo la visita di Bagan e in serata ritorneremo in aereo a Yangon
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